Come promesso, condivido in anteprima con voi alcune riflessioni sulla documentazione ricavata da un’installazione partecipativa nell’ambito della sezione archeologica del museo dove lavoro come conservatore, il Museo di Storia Naturale e Archeologia di Montebelluna (Treviso).
Confesso che, a seguito di MuseiEmotivi, sto riconsiderando i miei criteri di valutazione di questo materiale, nel senso di una maggiore attenzione, ovviamente!, alle emozioni comunicate dalle testimonianze dei visitatori.
Pertanto ho isolato, tra il materiale a mio avviso più “emozionale”, alcune testimonianze da condividere con il gruppo per dimostrare sul campo uno dei concetti emersi durante il corso: l’emozione può scaturire dal valore/significato del singolo reperto/bene/etc., a patto però, aggiungo, che si riesca a comunicare tale valore/significato al visitatore; non sempre è impresa facile poiché se in alcuni casi il bene “parla da solo”, in altri, come quello su cui ho lavorato io, è del tutto muto e respingente a causa del pessimo stato di conservazione!
Alcune coordinate: tutto nasce dall’esigenza di presentare al pubblico un eccezionale reperto di proprietà statale (tutta la nostra collezione archeologica è statale anche se il nostro status è civico) rinvenuto in una necropoli protostorica a Montebelluna nel 2001, poi restaurato e disegnato con grande impegno economico del nostro Comune.
Si tratta di una situla (vaso a forma di secchio) in lamina di bronzo decorata a sbalzo e cesello con una storia per immagini che si snoda su tutta la superficie… per farla breve, un reperto pieno di significati e vissuti da comunicare: l’ideale per un allestimento coinvolgente ed emozionale.
Ne è derivata una piccola mostra temporanea, allestita insieme alla Soprintendenza Archeologia del Veneto, tra il settembre 2014 e il settembre 2015, dal titolo “Storie di antichi Veneti. La situla figurata di Montebelluna”, ora divenuta permanente nell’ambito della sezione archeologica del museo, pur con qualche modifica.
L’exhibit partecipativo nasce dall’esigenza di monitorare l’impatto sul pubblico del nostro allestimento. In altre parole, vuole portare risposte alla domanda che ogni curatore si pone: “quello che ho voluto comunicare con il mio allestimento come è stato recepito dal visitatore? Inoltre, sarebbe stato possibile farlo in un altro modo?”.
L’applicazione dei modelli partecipativi alle situazioni museali (v. lavori di Nina Simon http://www.participatorymuseum.org/) ci ha fornito l’ispirazione per provare a rispondere a queste domande. Obiettivo dell’installazione (una versione gigante a muro della situla su cui il visitatore poteva appendere il proprio situla-messaggio) era permettere al pubblico di partecipare all’allestimento con i propri messaggi, disegni, lavori a sbalzo su lamina, etc. nell’ambito di uno spazio rilassante e fuori dal tempo, progettato per invitare il visitatore a soffermarsi sui numerosi particolari e significati della complessa decorazione del vaso.
Due erano le possibili consegne (una più logica, l’altra più emozionale), introdotte da una citazione per me molto significativa (la componente personale del curatore alla fine c’è sempre!).
Citazione introduttiva: ” Gli oggetti sono sempre stati trasportati, venduti, scambiati, rubati, recuperati e perduti[…]. Quello che conta è come racconti la loro storia.” (E. de Waal, Un’eredità di avorio e ambra, 2011) … e tu come racconteresti questa storia?
Consegne:
- Se tu fossi un archeologo, cosa racconteresti della situla di Montebelluna?
- Lascia la tua testimonianza delle emozioni che la mostra ti ha suscitato. Usa la tua creatività.
In un anno abbiamo raccolto 550 messaggi, che adesso sto analizzando con l’obiettivo di pubblicare su una rivista specializzata, spero in tempi non biblici, i risultati di questa esperienza.
Vi lascio con una selezione di messaggi emozionali lasciati dai nostri visitatori e alcune immagini dei “situla-messaggi”, spesso arricchiti di disegni, decorazioni e altro…
- “Quando ho visto tale spettacolo mi sono commosso – Gianpaolo”
- “Un viaggio nella macchina del tempo. Presente e passato si confondono, sembra di vivere le emozioni degli antichi veneti ritratti, si percepisce la loro quotidianità come se fosse la nostra. Grazie – Nicoletta”
- “Una grande emozione. Tra le tante cose una: il fatto che la situla inizialmente è un vaso contenitore di vino, ma poi viene utilizzata come contenitore di ceneri di un defunto, come a legare vita e morte, e in questo legame tentare di andare oltre la morte”